Alcool etilico: definizione.
Prima di procedere soffermandosi sugli effetti veri e propri, è cosa buona e giusta esordire fornendo una definizione chiara e precisa dell’alcool etilico, denominato anche etanolo. Per etanolo si intende un alcol a catena libera, soprannominato esclusivamente alcol a causa della sua presenza nella maggior parte delle bevande alcoliche presenti in commercio. Se lasciato a temperatura ambiente l’alcool etilico presenta un caratteristico odore forte, come è altrettanto forte un gusto che tuttavia presenta un retroscena dolciastro. L’alcool etilico, o etanolo, è indifferentemente solubile sia in acqua che in qualsiasi altra tipologia di solvente. Doverosa distinzione da fare è quella tra alcool puro ed alcool assoluto. Il primo identifica una categoria di alcool presente al 95% in una soluzione composta anche da acqua. Il secondo pone invece il proprio accento su una soluzione interamente composta dal solo etanolo.
Gli usi possibili.
Numerosi e molteplici risultano essere gli utilizzi che vedono come protagonista l’etanolo. Proprio per il fatto di essere prodotto naturalmente durante il processo di fermentazione, l’alcool etilico è l’unico alcool che può essere assunto da un essere umano. La sua presenza in percentuale nella vasta ed articolata gamma di bevande di matrice alcolica varia a seconda della variante selezionata. Dovendo fare un quadro generale, è possibile affermare che esso è presente in una misura ammontante al 10% nella birra, tra il 5 ed il 20% nei vini, nei distillati con percentuali che possono toccare o addirittura superare il 70% ed in misura del 40% nei liquori e negli amari. In molti paesi, soprattutto quelli ritenuti in via di sviluppo, l’etanolo viene usato come combustibile, grazie soprattutto al costo minore rispetto ad altri tipi di combustibili come benzina o gasolio. Il Paese che più di ogni altro produce canna da zucchero destinata al processo di fermentazione, dal quale ricordiamo deriva l’alcool etilico, è il Brasile. Altra curiosità concernente codesta sostanza riguarda il suo utilizzo nel campo della cosmesi, con profumi che ne presentano percentuali certamente considerevoli. In ultimo, non in ordine di importanza tuttavia, l’etanolo è un potente disinfettante, in quanto la sua azione è in grado di uccidere o debellare la maggior parte di batteri, funghi e virus. Tuttavia, a nulla può contro le spore, un punto debole che ne richiede una sua presenza in percentuali che non siano inferiori al 70%.
Le proprietà.
Contrariamente a ciò che si potrebbe erroneamente credere, una modica ed equilibrata quantità di etanolo presenta qualità se non altro benefiche. Ponendo un caso prettamente esemplificativo come il vino, le sue proprietà antiossidanti sono un formidabile ed efficace rimedio contro i malanni di stagione e l’invecchiamento cellulare. Inoltre, la considerevole quantità di polifenoli presenti in questa bevanda aiuta a prevenire le malattie cardiache. Come se ciò non fosse ancora sufficiente, anche le gengive potrebbero trarre giovamento dall’assunzione ragionata di vino, con quest’ultimo che va ad opporsi all’azione infiammatoria dei tanto temuti ed ostracizzati radicali liberi. Proprio per questo, il detto popolare che vede nel bicchiere di vino quotidiano un buon rimedio preventivo contro la comparsa di molte malattie, è in definitiva pienamente confermato.
Alcool etilico, uso ed abuso.
Un abuso di etanolo è in grado di condurre chi lo assume a danni che se non prevenuti e scongiurati potrebbero addirittura portare alla morte. Causa iniziale di questo abuso è appunto l’alcolismo, una condizione cronica nella quale l’organismo nutre una vera e propria dipendenza nei confronti dell’alcool. Gli alcolisti, non riuscendo in alcun modo a resistere alla tentazione di assumere alcool, vanno incontro ad un impellente ed irresistibile bisogno di bere, con un’asta di tolleranza che gradualmente ma inesorabilmente si innalzerà sempre di più, costringendo il bevitore a dover assumere quantità sempre maggiori di bevande alcoliche. Quando si è affetti da uno stato di alcolismo, l’alcool è il pane quotidiano anche di chi, essendo cosciente che questo influisce negativamente sula vita professionale e relazionale, non vuole e non riesce ad interromperne l’uso, in un bisogno quasi irrefrenabile ed a tratti fisiologico. Ovviamente, trattandosi di una dipendenza vera e propria, l’abuso di etanolo non deriva da un fattore unico e perfettamente delimitabile, a differenza della maggior parte delle patologie conosciute e studiate.
Tuttavia, numerose ricerche a proposito hanno correlato l’alcolismo ad alcuni fattori ambientali e genetici. Focalizzando l’attenzione inizialmente sui secondi, i geni deputati al metabolismo dell’alcool potrebbero essere testimonianza si una familiarità tra appartenenti allo stesso nucleo che presentano tutti la medesima e peculiare dipendenza. In aggiunta, è altrettanto probabile che l’inizio precoce dell’assunzione di alcool etilico sia direttamente proporzionale ad un aumento del rischio di insorgenza di alcolismo. Altro fattore che sembra essere decisivo è la presenza di traumi infantili, corresponsabili di una dipendenza dalla quale esistono fortunatamente alcune vie di uscita. I sintomi iniziali di una dipendenza da etanolo possono sembrare talmente banali da essere talvolta colpevolmente trascurati e minimizzati. E’ però importante mettere in chiaro che è proprio da questi sintomi iniziali che bisogna partire, affinché si possa riconoscere l’esistenza di una dipendenza che se curata per tempo può essere combattuta e curata. Solitamente, le persone che ne sono affette possono presentare sintomi che vanno dalla violenza all’insonnia, dalla mancanza di appetito a quella di desiderio sessuale, dall’ansia alla depressione, dai tremori alle mani ai brividi, dalla sudorazione accentuata fino ad arrivare a tremori alle mani. Questi costituiscono solo l’anticamera di problemi che, se possibile, hanno entità ancor più importante. Infatti, un prolungamento temporale dell’alcolismo andrebbe a danneggiare organi quali il cervello, il fegato, il cuore ed il pancreas, senza poi contare l’esponenziale aumento del rischio di insorgenza di tumori o malattie diabetiche. Una droga vera e propria quindi, tra le più letali esistenti, una droga che ogni anno costa ai servizi sanitari nazionali enormi somme di denaro, con un numero di morti degno di un bollettino di guerra.