Cosa è l’aspartame?
L’aspartame, detto in breve, non è altro che un dolcificante artificiale. In termini più scientifici, si tratta di un composto formato da due amminoacidi, ovvero, l’acido aspartico e la fenilalanina. Questo composto assume tale nome in quanto è stato creato nella città di Sparta. Attualmente, come si suole dire, sotto l’occhio del ciclone, l’aspartame è stato oggetto di numerose critiche e motivo di svariate controversie dovute a dissimili teorie sul comportamento di quest’ultimo, una volta introdotto nel nostro organismo attraverso gli alimenti che lo contengono.
L’aspartame come dolcificante e la sua approvazione nell’utilizzo sui prodotti alimentari.
La scoperta del potere dolcificante dell’aspartame si ebbe attorno alla metà degli anni ’60, quando il chimico james Schlatter, sintetizzò questo composto per testare un farmaco anti-ulcera. In tali circostanze, il dottor Schlatter ne scoprì il sapore casualmente, leccandosi un dito mentre svoltava dei fogli di carta. Da allora, fino al momento della sua approvazione per il suo utilizzo in diversi prodotti alimentari, furono convocate diverse commissioni di esperti, per esaminare il probabile legame tra il composto sintetizzato da Schlatter e i tumori al cervello. Fin quando, all’inizio degli anni ’80, venne approvato il suo utilizzo in prodotti alimentari secchi e successivamente nelle bevande gasate, prodotti confezionati e da forno, per poi, attorno alla metà degli anni ‘90 arrivare alla rimozione di tutte le limitazioni sul suo utilizzo.
Dal momento della sua approvazione sul mercato, l’aspartame si è pian piano affermato come dolcificante artificiale più usato al mondo.
In quali prodotti alimentari troviamo l’aspartame?
Da quando l’aspartame è stato approvato ed utilizzato come sostituto del comune zucchero che noi tutti conosciamo, si è soliti pensare che questo sia solo nelle bustine di dolcificante dei bar e che, dunque, per evitarlo, basti soltanto non farne utilizzo. Ma come già accennato in precedenza, l’aspartame viene utilizzato in molti alimenti di uso quotidiano. Basti pensare a tutti i prodotti alimentari pseudo-dietetici, come la Coca Cola light, yogurt magri in generale, probiotici, bibite gasate a basso contenuto calorico, ma anche altri tipi di prodotti, come gomme da masticare, caramelle, cioccolatini e gelati senza zucchero.
Ipotetici rischi dovuti all’assunzione di aspartame.
Come avevamo già accennato, esistono diverse correnti di pensiero sugli studi inerenti alle possibilità che l’aspartame possa realmente essere dannoso per il corpo umano. Già da diverso tempo, però, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, tiene sotto stretta osservazione questo dolcificante artificiale e ad oggi, gli esperti sono arrivati alla conclusione che non c’è motivo di ritenere nocivo l’aspartame se assunto nelle dosi di 40 milligrammi per chilo di peso corporeo. Anche se, in realtà, i dubbi riguardo la sua tossicità non cessano di esistere per via della sua struttura chimica, dove la molecola deteriorata, potrebbe emanare sostanze nocive nel nostro organismo.
Un altro punto abbastanza dibattuto, riguarda la possibile cancerogenicità dell’aspartame, in quanto uno studio, iniziale, sui ratti da laboratorio ha dimostrato che somministrando piccole dosi di composto a dei topi femmina, questi sviluppavano con maggiore incidenza leucemie e tumori. Successivamente, i risultati di questi test vennero confermati, sostenendo che la formaldeide rilasciata nell’organismo poteva essere la causa scatenante dei tumori cerebrali. Studi e test successivi, hanno invece, smentito la sicurezza assoluta dell’ipotesi precedente, sostenendo che nessuno studio era stato in grado di trovare un legame certo tra l’assunzione dell’aspartame e la sua nocività, associata allo sviluppo dei tumori. Per di più, nessuna teoria medico-scientifica si è trovata, attualmente, nelle condizioni di stabilire se si tratta di un composto, realmente, tossico o meno. In tutto ciò non mancano, assolutamente, le vere e proprie fandonie a riguardo, atte a destare inutili preoccupazioni ed a tenere alto il livello di attenzione.