Descrizione dell’orchidea
L’orchidea è una pianta che si presenta con un singolo gambo la cui altezza varia tra i 25 e 50 centimetri in base alla varietà di appartenenza, con delle foglie lanceolate oblunghe, tenendo conto la razza settentrionale e, solitamente con fiori di colore brillante in sommità del loro supporto di pertinenza.
Il vegetale in questione fiorisce tra la primavera e metà estate, forma, nel mese di agosto, dei frutti colmi di semetti ed ha, come caratteristica principale la sua radice che, costituita da un paio di tuberi ovali, assorbe le sostanze nutritive accumulate dall’orchidea ed è apprezzata tantissimo da chi ama la medicina tradizionale, grazie ciò che da questa porzione in particolare si ricava, utile per risolvere varie problematiche che riguardano la salute. Si può bene affermare che da tutte le parti costituenti dell’orchidea si possono ricavare tutti gli ingredienti che servono all’uomo per risolvere i suoi dilemmi dal punto di vista estetico e patologico. Questo sta a significare che la pianta oggetto d’argomento è valutata fortemente non solo per la sua bellezza estetica, al punto che con il suo fascino riesce a rendere ogni ambiente nel quale si colloca particolarmente incantevole ma per le sue molteplici proprietà benefiche.
Com’è sempre stata usata l’orchidea?
Bisogna tener conto che l’orchidea è sempre stata una pianta usata nei vari ambiti che si occupano a risolvere l’esigenze estetiche di chi vuole mantenersi giovane ed avere, dunque una pelle sana e bella a vedersi.
Ecco perchè quel che oggi è oggetto d’argomento rappresenta la fragilità e la bellezza, sia per le sue connotazioni che per la sua eleganza sofisticata e naturale.
Significato e cenni storici delle orchidee
Affascinanti, delicate, dai bellissimi fiori. Le orchidee sono tra le piante ornamentali più diffuse presenti in ogni abitazione. E pensare che la loro diffusione, inizialmente, era riservata solo a gruppi elitari di persone, data la delicatezza e la necessità di curarle tenendo conto di valori precisi di umidità e temperatura. Grazie alla diffusione delle specie provenienti da Paesi con temperature più fredde, è stato possibile adattare la loro vita al nostro ambiente. Curare un’orchidea, oggi, è molto più semplice rispetto alle prime importazioni.
L’orchidea, pur essendo tipicamente diffusa nelle aree tropicali di Asia e America, è presente in maniera autoctona anche nelle aree collinari e montane del nostro Paese. Quelle nostrane sono dette terricole, dato che si radicano con le radici nel terreno, a differenza di quelle epifite che si abbarbicano ad altre piante
Nella tradizione popolare, i fiori di queste splendide piante venivano utilizzati per preparare elisir d’amore e di giovinezza. Ma qual è il significato delle orchidee? Da Paese a Paese i significati attribuiti all’orchidea cambiano. In Oriente è sinonimo di perfezione, data la perfetta simmetria dei suoi petali, e di purezza. In Occidente significa amore: l’orchidea rosa si regala al quattordicesimo anniversario di matrimonio, quella tendente al crema per il ventottesimo. E proprio perché significa amore, l’orchidea è una pianta che si merita le giuste attenzioni: curarla nella maniera più idonea assicura una vita longeva e profumatissima a questa splendida pianta in ogni sua variante.
Tipi di orchidea
Prima di entrare nel fulcro della questione e trattare l’argomento principale, ovvero come curare un’orchidea per garantirle una vita lunga e rigogliosa, è importante enunciare le principali tipologie esistenti più presenti nelle nostre case.
- Vanda: famiglia di orchidee composta da circa 60 specie, provenienti da Asia, Australia e Nuova Guinea. La particolarità di questa famiglia è di avere fiori molto colorati in tonalità sgargianti, tra le più diffuse l’orchidea blu proveniente dall’Himalaya. Gradiscono particolarmente gli spazi ben illuminati, ma in estate preferiscono stare all’ombra, in spazi ben areati.
- Brassia: le orchidee di questa famiglia, soprannominate orchidee ragno, sono caratterizzate da colori tendenti al giallo e al verde. Molto profumate, sono una varietà molto rara ma estremamente raffinata.
- Cambria: comparse nel 1911 e inventate da Charles Vuylsteke, dall’incrocio tra l’Odontoglossum crispum, la Cochlioda noetzlianac e la Miltonia, assicura una facilità di coltivazione tale da essere ideale per qualsiasi tipologia di utente. Producono da 3 a 7 fiori principalmente rossi scuri con venature bianche.
- Cattleya: originarie del Sud America, comprendono in totale circa 65 specie. Ha necessità di umidità continua e di molta luce, non ama in particolar modo gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte. È una variante ideale da tenere sempre in casa.
- Dendrobium: con mille specie appartenenti alla famiglia, le Orchidee Dendrobium sono originarie dell’Asia e dell’America. La particolarità di questa tipologia di orchidea è quella di creare dei keiki, ovvero delle piantine di orchidea nuove che possono essere separate e piantate in un nuovo vaso. I fiori presentano petali abbastanza ampi con foglie che si arrotolano lievemente verso il basso.
- Phalaenopsis: simili a delle falene di origine tropicale, le orchidee di questa famiglia sono tra le più diffuse e conosciute del mondo. A fare da conduttura per l’acqua sono direttamente i fiori, gli unici organi adibiti a questa importantissima funzionalità.
Per curare debitamente ogni variante di orchidea è necessario conoscere approfonditamente la specie in nostro possesso. Come abbiamo visto le molteplici varianti di orchidea richiedono attenzioni che variano in base all’origine della pianta e al suo habitat naturale. Temperatura, frequenza di irrigazione, tipologia del terriccio ed esposizione, o meno, al sole, sono informazioni necessarie per curare la propria orchidea nella maniera più ottimale.
Le varietà più semplici da curare
Quali sono le varietà di orchidea più facili da curare? Considerando la delicatezza di alcune varianti, specie chi è alle prime armi potrebbe ponderare l’idea di adottare orchidee appartenenti a famiglie che si adattano facilmente a qualsiasi tipologia di clima. Tra le varietà più comuni e meno impegnative di cui prendersi cura, al primo posto, troviamo la phalaenopsis. Economica, molto appariscente e bella, presenta dei fiori che variano dal bianco al rosso, passando per il giallo, l’arancione e il rosa. Per curarle con le giuste misure è consigliabile porre il vaso in basso, fornirgli un’esposizione al sole media e annaffiare le radici una volta ogni due settimane.
Seconda in classifica l’orchidea dendrobium, che preferisce un’esposizione diretta al sole e richiede una sola innaffiatura settimanale. Con le orchidee di questa famiglia è importante assicurare una temperatura media tra i 25 e i 27 gradi. Le orchidee oncidium si collocano sul podio, ma in terza posizione. La Venere Danzante, soprannome guadagnato per la meravigliosa forma dei fiori, adora i climi caldi e preferisce l’esposizione diretta al sole. L’innaffiatura deve avvenire una volta ogni due settimane mentre, mensilmente, è opportuno procedere con la fertilizzazione.
Le orchidee più diffuse sono le più semplici da curare, chi desidera tenerne giusto un paio nella propria casa potrebbe considerare l’acquisto delle classiche phaleanopsis. Chi vuole, invece, prendersi cura di orchidee tropicali dovrà creare un terrario o una piccola serra per assicurare il calore e la temperatura ideale per la loro crescita.
Terreno per orchidee
Il modo migliore per iniziare a curare una pianta di orchidee è partire dalla scelta del terreno corretto. La necessità principale del terreno in cui l’orchidea crescerà dovrà essere quella di avere leggerezza e drenaggio: curare un’orchidea nella maniera più ottimale significa evitare ristagni di acqua che produrrebbero la triste conseguenza dell’asfissia delle radici. Un buon substrato è realizzato con 2/3 di fibra di osmunda e con 1/3 di torba bionda di sfango. La composizione del terriccio deve presentare particelle di grandezza media, che possano garantire alla radice la quantità di nutrienti, aria e acqua necessari dei quali poter fruire in qualsiasi momento.
Per curare l’orchidea è importante verificare che la composta non comprima in alcun modo le radici della pianta: dovranno sempre avere tutto lo spazio necessario per permettere un’espansione determinata dal bisogno di ricerca dei nutrienti necessari per lo sviluppo corretto della pianta.
Quando si acquista un’orchidea è probabile pensare di curarla correttamente effettuando immediatamente un travaso. Il terriccio presenterà, sicuramente, pezzi di corteccia, di polistirolo o di gommapiuma assolutamente necessari per poter contare su una composta adeguata. Il travaso è invece una scelta necessaria solo in tre casi:
- Quando il vaso è diventato troppo piccolo
- Quando il substrato presenta muffa o infiltrazione di parassiti
- Quando il substrato rimane troppo umido.
Annaffiare le orchidee
Per curare un’orchidea nel modo più adeguato possibile, oltre alla scelta di un buon terriccio, è importante procedere in maniera adeguata con l’innaffiatura. Quasi tutte le varietà di orchidee hanno bisogno di un clima umido, caldo e di un ambiente ben illuminato: sono questi gli elementi più importanti per poter curare la propria piantina nella maniera più adeguata, permettendole di svilupparsi in maniera rigogliosa e soprattutto in ottima salute. È importante, per questo motivo, cercare di fare in modo di riprodurre essenzialmente il clima tropicale di cui l’orchidea ha bisogno, fornendole la giusta frequenza di innaffiatura.
- Quando annaffiare
Le orchidee solitamente condividono con noi la nostra casa o il nostro appartamento, barriera per un’eventuale esposizione diretta al sole. Il momento migliore per curare e annaffiare l’orchidea è a circa metà mattinata, in modo da fornirle l’acqua necessaria per affrontare la giornata. Durante tutto l’anno è comunque opportuno nebulizzare l’acqua a intervalli regolari durante il giorno, evitando di farlo a sera, quando la pianta risulta già inumidita dalla condizione climatica della notte.
- Quanto annaffiare
Talvolta si pensa, erroneamente, di curare in maniera adeguata l’orchidea annaffiando troppo o troppo poco. In realtà il bilancio di annaffiature quotidiane è un valore molto delicato: il limite tra l’eccesso e il difetto è veramente molto sottile. Durante le stagioni più piovose, come per esempio la primavera o l’autunno, l’orchidea dovrà essere annaffiata dalle due alle quattro volte settimanali, ricordandosi di nebulizzare quotidianamente la pianta in modo da assicurarle un habitat il più simile possibile a quello originario. Durante i periodi molto caldi e secchi è fondamentale ridurre al minimo le annaffiature (una volta a settimana circa) ed eliminare totalmente le nebulizzazioni.
- Come annaffiare
Per annaffiare correttamente l’orchidea è opportuno immergere il vaso in acqua per una trentina di minuti. Dopodiché andrà lasciato asciugare in maniera naturale, all’aria, per un’oretta circa, prima di riportare la pianta nella sua posizione originaria. Curarla in questo modo permette all’acqua di raggiungere ognuna delle radici dell’orchidea ed evita il ristagno del substrato. Il ristagno d’acqua sia dei fiori che delle foglie deve essere sempre evitato.
Come potare l’orchidea
Tra le operazioni necessarie per curare al meglio la propria orchidea troviamo la potatura. Si effettua ciclicamente per permettere alla pianta di sfruttare tutte le energie per dedicarsi alla crescita delle sue parti migliori senza sciuparla. La potatura, generalmente, avviene quando i fiori sono completamente secchi: andranno semplicemente rimossi dalla base, il peduncolo, passaggio che alleggerirà notevolmente la propria orchidea.
Curare le orchidee da vaso richiede un ulteriore passaggio durante la potatura, ovvero potare lo stelo. Tutti quelli secchi andranno accuratamente rimossi con un taglio secco e utilizzando un paio di forbici pulite e possibilmente disinfettate, per farlo basterà semplicemente passare la fiamma di un accendino sulle lame e lasciarle raffreddare. Se lo stelo ha bisogno di essere accorciato perché troppo lungo è opportuno contare due nodi dalla base della pianta per tagliarlo correttamente: anche in questo caso la potatura dovrà avvenire a fioritura terminata.
L’operazione di potatura deve avvenire ogni qual volta si nota la presenza di fiori appassiti o parti secche o rovinate, in modo da dare l’opportunità all’orchidea di occuparsi della fioritura in maniera del tutto naturale. Sarà lei a decidere su quali steli far crescere i nuovi fiori e quali far seccare, ma saremo noi a occuparci di rimuovere prontamente quelli danneggiati o appassiti.
Molti esperti si dicono contrari alla potatura, considerandolo un intervento capace soltanto di ridurre la capacità di fioritura: far crescere i nuovi steli richiede tempi molto lunghi, fino all’arrivo della primavera o dell’autunno. Altri considerano la potatura un passaggio importante se l’obiettivo è quello di vedere la propria pianta di orchidea crescere in maniera più rigogliosa alla fioritura successiva. La ragione, come sempre, si trova tra le due visioni: la potatura dipende principalmente dal tipo di orchidea che si decide di curare ma anche dall’esperienza e dall’abilità di chi la ospita nella propria casa.
Come curare, invece, una pianta malata? Nonostante non si debba mai procedere con la potatura di fiori e foglie, diverso è il discorso se iniziano a mostrare sintomi di malattie. In questo caso sarà importante rimuovere con cura le radici o le foglie evidentemente compromesse per evitare che il problema dilaghi.
Come far fiorire le orchidee
Dopo la prima fioritura, in alcuni casi, si può notare che l’orchidea non fiorisce spontaneamente. Inizialmente ci si occupa di curarla cambiandole vaso, cambiando posizione, aumentando la concimazione, adottando fertilizzanti, ma molto spesso la situazione non si smuove. Per far fiorire l’orchidea sono determinati alcuni fattori ai quali bisogna prestare particolarmente attenzione per curare la propria bellissima pianta con tutte le dovute attenzioni. Temperatura, fertilità del suolo, luce, umidità e annaffiatura sono tutti valori ai quali prestare molta attenzione per permettere all’orchidea di fiorire.
I passi per curare la propria orchidea con le dovute modalità affinché fiorisca spontaneamente sono molto semplici: bisogna, per prima cosa, fare attenzione a esporre la pianta al sole durante i mesi invernali. Essendo i raggi solari molto più deboli rispetto a quelli estivi, la luce non rischierà di bruciare le sue foglie. Per indurre l’orchidea alla fioritura bisogna anche fare attenzione alla temperatura notturna: curarsi di garantirle almeno 13°C è il primo passo per indurre l’orchidea alla fioritura. Anche scegliendo un buon concime ricco di fosforo e potassio si aumenteranno le possibilità di vedere tanti bei fiori spuntare sulla nostra splendida pianta.
Per aumentare la possibilità di veder fiorire la propria orchidea, esiste una particolare tecnica basata sull’esposizione a uno sbalzo termico capace di favorire la comparsa dei fiori. Sarà necessario fare un po’ di attenzione per curare la propria orchidea nelle dovute modalità, considerata la delicatezza della tecnica, ma con qualche piccola accortezza la fioritura sarà assicurata.
Per prima cosa occorrerà bagnare la pianta e posizionarla a favore di luce solare, possibilmente mettendola all’aperto se le temperature si tengono tra i 10 e i 15 °C. Diminuendo progressivamente le annaffiature e somministrando mensilmente del concime liquido ricco di fosforo e potassio, da aggiungere solo dopo aver bagnato le radici, si otterranno ottimi risultati. Un segreto per curare in maniera ancor più debita la propria orchidea, è di riporla in casa durante la notte, specialmente in inverno, in modo da tenerla a riparo dal freddo. Buona fioritura!
Proprietà benefiche dell’orchidea sulla pelle
L’orchidea si può ben considerare come un elemento che formula gli elisir della lunga vita, dato che il suo principio attivo, in base all’estrazione in particolare che si effettua dai fiori, frutti o radice e a ciò che serve, diventa l’ingrediente principale, ad esempio delle creme di bellezza, utili a riqualificare e proteggere la cute, rigenerando le sue cellule ed equilibrando la produzione di melanina.
É bene sapere che, insieme alla vaniglia, è tante volte utilizzata pure per dare origine a saponi e sali da bagno, in tal modo adatti a chi ha la pelle sensibile. Questo perchè l’orchidea ha la capacità di idratare, detergere, proteggere ed energizzare la cute, rendendola particolarmente tonica in maniera naturale.
L’orchidea come essenza di bellezza ed afrodisiaca
Come si è scritto precedentemente, dalla radice dell’orchidea si estrae il principio attivo che serve a risolvere varie problematiche che riguardano la salute che nel successivo paragrafo si andranno a menzionare, ma non si deve assolutamente dimenticare che il fiore della stessa pianta è impiegato come essenza di bellezza. Bisogna sapere, a tal proposito, che se un profumo racchiude orchidea nera, questo stesso riesce a rendere la pelle, delicatamente e a lungo, aromaticamente odorosa, senza che si alterino le proprietà olfattive grazie la sua fragranza durevole ed intensa. L’orchidea è utilizzata pure negli olii energizzanti, considerando che gli estratti ricavati dalla stessa pianta hanno anche effetti afrodisiaci da poter ricevere bevendo le bevande preparate con gli stessi concentrati.
Proprietà benefiche dell’orchidea
Come si è, più di una volta accennato, durante la stesura di questo contenuto dalla radice si estrae ciò che serve per risolvere le problematicità che possono riguardare la salute dell’uomo.
Difatti, dai tuberi dell’orchidea maschile si ottiene un benefico ingrediente utile a trattare la cistite, come analgesico, l’infertilità, il tratto gastrointestinale e le malattie dell’apparato digerente, considerando che i medicinali formulati in genere con le parti costituenti dell’orchidea hanno un grandioso effetto curativo e rigenerante. Le radici della pianta della quale oggi si sta argomentando sono particolarmente apprezzate per il loro alto contenuto di metilpentano, destrina, pentosan ed altri nutrienti e collezionate, per poter organizzare farmaci e quel che serve all’uomo per risolvere i suoi problemi di salute, da fine primavera a giugno.
Dai tuberi, oltre a ciò che si è scritto finora vengono creati medicinali che aumentano la potenza, farmaci che intervengono nei casi di problemi riguardanti gli organi digestivi e il sistema nervoso. Dalla raccolta dei tuberi effettuata alla fine di giugno o di luglio si possono assegnare decotti per curare malesseri al tubo digerente, soprattutto nei casi di avvelenamento o di natura infiammatoria, mentre dalla collezione dei semi d’orchidea si riescono a creare prodotti benefici, utili a trattare l’epilessia. Ed è proprio grazie a quel che contiene l’orchidea, come l’amido, sali minerali, glicosidi, polisaccaridi, muco, destrina, saccarosio, olio essenziale, composti di pectine e proteine, metilpentozano e simili, nei suoi fiori, frutti, semi, tuberi e in quant’altro, in base alla sua specie particolare considerata, che si ricava il componente adatto a risolvere o, alleviare molteplici patologie che un uomo può avvertire.Gli estratti che provengono dall’orchidea hanno un’azione ematopoietica, avvolgente, riparatrice e anticonvulsionante.
L’infusione che si basa sul salep tratta casi di tubercolosi, ulcera, gastrite, pancreatite, depressione, decadimento nervoso e fisico, diarrea, infertilità, anemia, impotenza, bronchiti, asma, catarro della vescica e infiammazione delle appendici.